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ARCHIVIO AEROCLUB VALLE D'AOSTA |
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Volare oh, oh, ovvero l'amore per l'aria e la poesia nei cieli valdostani. |
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L'Aeroclub Aosta è inevitabilmente uno spaccato della società
valdostana e, come in ogni sodalizio, vi si trovano personaggi di ogni
tipo: operai e ingegneri, persone amabili e non, piloti espansivi e
timidi, signori facoltosi e giovinastri squattrinati. Insomma, è
proprio come nella vita quotidiana: nulla di straordinario. Ma, sopra
ogni cosa, ciò che fa la differenza sono le persone e la nostra pista,
lunga appena 1240 metri, ne ha viste nascere diverse. Ricordarle tutte
mi è impossibile e poi certamente qualcuna la dimenticherei, tuttavia
almeno quattro meritano di essere citate. La prima è stata, senza alcun
dubbio, un bravo Assessore alla Pubblica Istruzione che svolse bene il
suo lavoro: si chiamava Corrado - come mio fratello - Corrado Gex. Correva
l'anno 1950 quando assieme ad un gruppo di appassionati aprì la strada
dei cieli a quello che attualmente è l'Aeroclub Aosta. Poi viene il
grande Cesare Balbis, uomo poliedrico, non sempre amato per il suo
carattere non facilissimo, pilota fuori dal comune e pioniere
dell'aviazione locale; un grande senza incertezza alcuna. Ora è
impegnato soprattutto sul fronte del volo in alta montagna (atterraggi
sui ghiacciai e simili amenità) e ha trasferito la sua esperienza
sull'aviosuperfice (pardon, altiporto) di Chamois assieme ad un
drappello di validi piloti. Segue a ruota Nino Perotti: campione non
più giovanissimo di volo a vela di fama internazionale che ha veramente
dato lustro alla nostra Regione; per raccontare le sue gesta ci
vorrebbe un romanzo intero! Il quarto uomo è un signore un poco schivo
dall'aria insospettabile, potrebbe sembrare un bancario uscito dalla
sua scrivania dietro alla quale trascorre mite la giornata lavorativa,
ma - senza assolutamente voler togliere nulla ai bancari - quando ha in
mano la cloche del suo aliante è un gigante. Si chiama Giacinto Giorgio
(Giorgio è il cognome, so che lui ci tiene a sottolinearlo!) e ha due
record italiani che fanno rabbrividire: quello di altezza (10.544 metri
di quota) e quello di distanza (1.120 Km in linea d'aria). Entrambi i
risultati sono stati conseguiti pilotando un aliante. L'Aeroclub di
Aosta, nel suo piccolo, attira piloti da tutto il mondo: non è raro
vedere atterrare velivoli provenienti dalla vicina Francia o dalla
Svizzera, ma vi sono anche molti tedeschi e olandesi, addirittura sono
giunti dalla Nuova Zelanda per volare fra i cieli della Valle d'Aosta.
Pur non essendo pubblicizzato, il nostro spazio aereo gode, oltre che
di un panorama unico, di un fenomeno che si chiama "onda": non sto ad
annoiarvi in merito all'aspetto puramente tecnico, ma vi garantisco che
è una gran bella cosa che in primavera attira i piloti di volo a vela
come api sui fiori. La ciliegina sulla torta è rappresentata poi dal
fatto che non è raro trovarsi in volo con a fianco un'aquila; librarsi
assieme a una simile compagna è un'esperienza davvero gratificante! Da
un po' di anni ai comandi del Club c'è Matteo Santin - pilota di aereo
a motore oltre che valente fotografo - che sta destreggiandosi tra le
mille mansioni che spettano onerosamente a chi si assume un tale
incarico; non è solo, ma far stare in piedi una struttura come
l'Aeroclub Aosta che ha alle dipendenze quattro persone a tempo pieno e
circa 200 iscritti è un'impresa non facile, ma di indubbia
soddisfazione: l'amore per l'aria e la poesia ripaga abbondantemente. Enrico Girardi |
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